Nella difficoltà costruiamo il nostro giardino

Le notizie di questi giorni preannunciano nuove restrizioni per preservare una esponenziale diffusione della pandemia che attualmente sta facendo salire vertiginosamente la curva dei contagi. Siamo tutti sensibili alla ipotesi di un probabile nuovo lockdown, perché si tocca la nostra libertà ed è proprio quando ci viene sottratta che ne percepiamo con più urgenza l’importanza. E’ in queste situazioni che non bisogna chiudersi nel pessimismo e guardare con determinazione al positivo, perché per dirla alla latina “per angusta ad augusta”, attraverso le vie difficili si raggiungono vie migliori.

Può aiutarci pensando al senso di questi richiami: il bene comune.

Nella storia ci sono tanti esempi di resilienza, nelle situazioni difficili può comunque nascere lo straordinario: un esempio è nella figura di Raphaël Sommer.

Musicista originario di una famiglia ebrea di Praga, morto nel 2001, fu travolto dall’esperienza nazista, deportato insieme alla sua famiglia nel 1942 a Theresienstadt, un campo di concentramento ceco dove i nazisti segregarono esponenti delle élites ebraiche. La madre di Raphaël Sommer, Alice Herz Sommer, salvò se stessa e il figlio grazie al suo talento e alla forza che trasse dalla musica, una passione che a lui lasciò in eredità..

Il famoso musicista nella sua autobiografia dedica queste parole alla madre:

«I miracoli sono accaduti persino nei giorni più bui del XX secolo. Mia madre ha creato per me un giardino dell’Eden in mezzo all’inferno. Mi costruì attorno un robusto muro d’amore e mi trasmise una sicurezza così grande che non trovai nulla di insolito nella nostra esistenza. Mi fece il regalo più prezioso di tutti: un’infanzia felice. Il fatto che vi sia riuscita entro i confini di un campo di concentramento nazista deve essere considerato un autentico miracolo».

Ognuno di noi può costruire il proprio giardino, fatto di relazioni momentaneamente più virtuali che reali ma non meno sincere e desiderate. Alice Herz-Sommer fece della musica il senso di quell’esperienza, esercitandosi nell’esecuzione di pezzi difficilissimi che donò in diverse esecuzioni a quanti condivisero con lei quel tempo e soprattutto a suo figlio.

La musica alimentò il loro ottimismo.

Non lasciamoci convincere dalla pigrizia che può lasciar trascorrere questi giorni nello scoraggiamento lasciandoci privi di impegni o dedizioni, costruiamo il nostro giardino:

troviamo il senso di questo tempo facendo il meglio di quello che possiamo offrendolo agli altri, la vicinanza anche senza il contatto è presenza.

In questo momento questo virus ci sta insegnando che non dobbiamo lasciarci soli,
ci toglie gli abbracci, le strette di mano ma resta il pensiero.

Finirà come fanno i tornado e le tempeste, ma non dobbiamo lasciarci devastare,

non dobbiamo inaridire, dobbiamo invece costruire.

Assassinio di Cesare
Iniziamo da una …tabula dealbata

Nell’antica Roma la tabula dealbata, da cui deriva il moderno albo, era una tavola imbiancata tramite uno strato di gesso sulla quale il Pontefice Massimo scriveva nel periodo della sua carica i nomi dei magistrati dell’anno e gli avvenimenti di pubblica importanza. Annualmente la tavola veniva rimbiancata perchè potesse ospitare nuovi eventi.

Anche nel mondo greco λευκώματα o πινάκια λελενκωμένα erano utilizzate per scopi simili ad Atene e in diverse città della Grecia classica.

Attualmente il termine albo comprende il significato di <<lista ufficiale>> (vedi albo pretorioalbo degli avvocati etc.) e di <<raccolta>> per cui recupera la forma originaria di album per indicare l’album dei ricordi.

Nella convinzione che la tradizione latina e greca è ancora viva nella nostra modernità, seppur sottesa in forme che spesso incoraggiano alcuni a definirla morta ho voluto raccogliere come in una tabula dealbata nella nuova forma di libreria virtuale: dispense, approfondimenti e qualche curiosità su un mondo che ha ancora tanto da insegnarmi.